
India. Ti odio, ti amo, ti maledico… ma in fondo ti perdono.
Non c’è niente che mi faccia incazzare più dell’India.
Il mio rapporto con l’India è perverso. AMORE E ODIO.
L’arrivo: traumatico, sempre.
Una pugnalata al cuore e una allo stomaco
I bambini di strada che frugano tra i rifiuti, i cani randagi, la spazzatura, i poveracci che dormono in stazione e in ogni angolo delle strade, i neonati sui marciapiedi attaccati alle tette luride delle madri, la puzza di marcio, i lebbrosi, la gente che aspetta di morire.
India: 78 milioni di senzatetto. La povertà è disarmante.
Ingiustizia e crudeltà come in nessun altro posto al mondo.
Un girone dell’inferno.
Un pugno in testa
Perché in città come Delhi non riesci a respirare dallo smog, perché i clacson ti entrano nel cervello quasi a farti impazzire.
La gente ti porta all’esasperazione, soprattutto se viaggi da sola e sei una donna. Mai fidarsi degli indiani. In qualche modo vogliono i tuoi soldi e sono abilissimi ad ottenerli (è una generalizzazione, ma chi conosce l’India sa di cosa parlo).
INDIA. TI AMO, TI ODIO, TI MALEDICO
Quando arrivi hai ancora un cuore (secondo la nostra società ipocrita), sei una persona buona, fiduciosa, gentile e disponibile, ma per sopravvivere in India dovrai corazzarti.
Dal punto di vista buonista della nostra società, che ostenta buoni sentimenti di tolleranza e benevolenza, dovrai invece apparentemente inaridirti, in realtà diventerai una persona più sincera e autentica.
Dovrai farlo per proteggerti, agli occhi della nostra cultura occidentale sembrerai solido e inespugnabile, ma tu sai che non è così. Dovrai capire che a volte prima di agire di pancia, con emotività, è necessario conoscere certe dinamiche, perchè il buonismo e l’assistenzialismo a volte creano più danni dell’indifferenza.
Qui non hai scelta. O ti lasci travolgere dal male del mondo e stai male, ti avveleni e non vivi oppure raggiungi uno stato di accettazione simile al culmine della meditazione.
Non significa essere insensibili. Significa accettare, perché qui capisci la tua impotenza.
Perchè qui il male del mondo ti arriva addosso a cascata e ce l’hai di fronte agli occhi, non alla tv o sulla timeline di facebook.
Non c’è scelta
Devi accettare la tua impotenza e capire qual è il giusto equilibrio, che peso dare ad ogni cosa. Lo fai qui e poi di conseguenza lo farai anche nella tua vita.
L’importante è non passare dall’altra parte, dalla parte degli aridi e degli insensibili, degli inermi, esseri che non provano più neanche sensazioni di malessere di fronte al male. Come è altrettanto importante non farsi travolgere dal dolore e vivere nell’ansia, nella rabbia e nella negatività.
Bisogna avere un rapporto solido con la propria anima, per non affogare.
All’inizio impazzisci
Impazzisci quando devi mandare via i bambini come se fossero cani randagi, quando non consideri l’uomo deforme ai semafori che chiede l’elemosina, quando vedi qualcuno in fin di vita, quando non riesci a dormire la notte perché un cane ferito o malato piange senza tregua.
Io sono ancora in piena fase di maledizione, ma so già che tra poco la mia anima si metterà in pace, che continuerò a soffrire, ma in serenità. E che tutti i problemi della mia piccola vita mi faranno solo sorridere.
Si dice che “non siamo noi a fare un viaggio, ma è il viaggio che ci fa, e a volte ci disfa”. Niente di più vero.
L’India poi ti distrugge, ed è bellissimo.
NOTA: Ho tante fotografie dell’India e della sua gente, ma non riesco a mettermi di fronte a una persona in condizioni di povertà estrema e scattarle una foto. Non ci riesco. Per questo le fotografie del post non sono mie (a parte l’ultima), ma è ciò che vedo in India ogni giorno. Non sono fotografie estreme, è la realtà quotidiana.
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_Tiportovia.conme_
Leggo questo tuo articolo con il cuore in gola. Niente di più vero. Tra pochi giorni partiremo per Kolkata dove faremo volontariato, per me sarà la sesta volta mentre per il mio ragazzo la prima. l’India è cosi. E’ amore ed odio nel giro di poche ore e spesso insieme. E’ la contraddizione fatta a persona ma io non riesco a starle lontana e non amarla. Bellissimo l’articolo, complimenti.
Valentina M.
Grazie Giulia, se è la sesta volta che fai volontariato in India allora puoi ben comprendere le mie parole. Grazie per il tuo commento e fai buon viaggio!