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Ogni giorno sulle rive del Gange vengono cremati centinaia di corpi.

La cremazione dei corpi avviene in molti luoghi sacri in India e in Nepal, ma Varanasi è il luogo più noto ed importante.

Secondo l’Induismo, Varanasi è l’unico posto sulla Terra che permette agli uomini di sottrarsi al ciclo delle reincarnazioni, andando direttamente al paradiso di Shiva.

Nel corso dei secoli milioni di indù sono venuti a morire in questa città.

Varanasi, come altre città, si affaccia sul Sacro Fiume Ganga (Dea Ganga, femminile) e ci sono numerosi ghats, le scalinate e piazzali che si affacciano sul fiume. I ghats dove avvengono le cremazioni dei corpi sono chiamati burning ghats.

I BURNING GHAT DI VARANASI

I burning ghats di Varanasi lavorano a pieno regime notte e giorno, non si fermano mai.

Il Manikarnika ghat è quello più grande, destinato esclusivamente agli indù, mentre il più piccolo Harischandra ghat è il burning ghat “popolare”, per tutte le caste e tutte le religioni.

“La gente nasce e muore continuamente, non possiamo fermarci”, mi racconta Babu, la cui famiglia è proprietaria dell’Harischandra ghat da generazioni inenarrabili.

Manikarnika ghat
 
Mi siedo su alcune panchine dove altri uomini osservano la scena, per me onirica, dei corpi che bruciano lenti sulle pire.

Non ci sono donne, neanche una. , mi spiega Babu, alcune si buttavano sui roghi.

L’aria è opaca, il fumo vela la scena e la rende più surreale di quanto già non sia.

La riva è cosparsa di rifiuti, cataste di legna, collane di fiori arancioni e dei drappi dorati che avvolgono i corpi.

Pecore e mucche vagano serene mangiando i fiori che giacciono sulla riva.

La gente chiacchiera tranquilla come in una qualsiasi piazza; i bambini scorrazzano giocando con dei bastoni e un signore sbadiglia annoiato.

Molte persone sono sedute sulla scalinata del ghat e sulle panchine, che non sono rivolte verso il fiume, ma verso i roghi che ardono incessantemente.

Alcuni anziani scheletrici passeggiano e si fermano a contemplare il destino ormai prossimo.

I cadaveri arrivano trasportati dai parenti su una lettiga di tronchi di bambù, vengono immersi nel Ganga – per essere purificati – e poi adagiati sulla riva, ad aspettare il proprio turno.

Molti dei cadaveri sono di persone anziane, ma quando si tratta di un giovane non è necessario guardare il corpo, basta osservare il volto dei parenti. Di fronte ad una morte prematura il dolore è più forte di qualsiasi religione.

Cremazione dei corpi in India

Alcuni uomini dal volto coperto da un telo bianco – gli intoccabili – si occupano delle pire: con due bastoni uno di loro raccoglie un coccige annerito da un cumulo di braci e lo getta nel Ganga. 

“Il coccige è la parte del corpo che rimane dopo tre ore di rogo e viene gettato nel Ganga, il fiume sacro” mi rivela un signore seduto accanto a me, sulla panchina, come mi spiegasse la trama di uno spettacolo teatrale.

Un altro uomo dal volto coperto parla al telefono mentre smuove i tronchi di un’altra pira, da cui spunta una mano, non ancora avvolta dalle fiamme.

I cani scorrazzano attorno alle braci con la speranza di trovare qualcosa da mangiare. A volte lo trovano e scappano veloci in un angolo per proteggere il prezioso bottino.

Alcuni cadaveri non vengono bruciati perchè non hanno bisogno della purificazione del fuoco: donne incinta, bambini, sadhu e lebbrosi vengono lasciati nelle acque del Ganga, dove pesci ed altri animali se ne ciberanno. Sulla terra ci sono i cani, nell’acqua ci sono i pesci. E’ la realtà, è il ciclo della vita”, continua Babu, rispondendo alle domande che ho in testa, ma che non riesco a porre.

Osservare la naturalezza con cui vengono bruciati questi corpi è di un impatto sconvolgente: la morte è lì, davanti a me, senza veli. 

E’ trattata con disinvoltura e leggerezza, all’aperto, sulla riva del fiume, sotto gli occhi di tutti.

intoccabile India

Credo che questo sia un modo più sano di considerare la morte, che nella nostra cultura è invece un grande tabù.

Nonostante sia l’unico avvenimento certo e inaggirabile della vita, la nostra società vive nella consapevole illusione che la morte sia lontana, come se fosse qualcosa che non ci riguarda.

Tutti ci preoccupiamo di vivere più a lungo, senza dare abbastanza importanza alla qualità della vita.

Varanasi è il luogo più intenso che abbia mai vissuto: vivo, emozionante, cruento e vivace allo stesso tempo, è un posto che induce alla riflessione e per questo è diventata la mia seconda casa.

E’ l’unico luogo al mondo dove sono tornata, e dove torno ogni anno.

Le uniche parole che ho trovato per descrivere l’India sono racchiuse in questo articolo: INDIA TI ODIO, TI AMO, TI MALEDICO, MA IN FONDO TI PERDONO.


NOTA MOLTO IMPORTANTE

Fotografare la cremazione dei corpi nei burning ghat è vietato e irrispettoso, ho scattato le foto di questo articolo con l’autorizzazione dei parenti dei defunti.

Frequento Varanasi da molti anni, conosco il proprietario e molti degli intoccabili che lavorano all’ Harishandra ghat.


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Comments:

  • 28 Settembre 2014

    Da tempo aspettavo che qualcuno mi raccontasse la sua esperienza a Varanasi, senza filtri, e tu hai saputo farlo più che bene!Splendida testimonianza!

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