
La Via Francigena in Toscana in 3 giorni, da Certaldo a Siena
Anche voi siete stati attratti dal fascino della Via Francigena, l’antico percorso che collega Canterbury e Roma?
È comprensibile.
Il cammino della Via Francigena è lungo più di 3.000 km e attira ogni anno migliaia di pellegrini che – ognuno con la propria motivazione – decidono di percorrere il sentiero laddove camminò Sigerico, il vescovo di Canterbury, e innumerevoli pellegrini prima di loro.
Gli oltre tremila chilometri che separano le due estremità della Via Francigena permettono di inoltrarsi in territori molto diversificati tra di loro.
PREPARAZIONE
Questa vuole essere un’utile guida per 3 giorni di cammino (60 Km) lungo la Via Francigena, nel cuore della Toscana.
Decidere di percorrere una determinata tratta rispetto ad un’altra comporta quindi scelte peculiari come: l’acquisto delle scarpe adatte, lo zaino adeguato, la giusta scorta di cibo e acqua.
Ponderate bene la scelta delle scarpe, perché sono fondamentali. Fondamentali quanto soggettive. Informatevi quindi sul percorso che state pensando di fare e scegliete in base al tipo di suolo e alla stagione.
Ad esempio: data la scarsa presenza di terreni ostili, per la tratta di cui parleremo in questo articolo io ho optato per delle scarpe da trail-running.
La Via Francigena Toscana
Le tappe della Via Francigena che si insinuano nel territorio toscano confermeranno tutti i vostri stereotipi su questa terra: verdi colline che si stagliano all’orizzonte, casolari diroccati in mezzo ai campi, borghi medievali in pietra, vigneti fitti e profumati.
Impossibile non rimanere a bocca aperta.
Se dunque vi siete convinti e la vostra scelta è la Via Francigena Toscana, passiamo subito all’azione.
Consiglio pratico: Se avete intenzione di organizzare il viaggio in un momento particolare, ad esempio durante l’estate o una festività, siate sicuri di prenotare gli ostelli dei pellegrini con largo anticipo per non rischiare (come noi) di trovarli tutti al completo e dover pagare importi decisamente più alti presso altre strutture.
Da Certaldo a San Gimignano
Tappa 31 – 13 km
Abbiamo scelto la tratta che dalla stazione ferroviaria di Certaldo porta fino a San Gimignano.
Attenzione che in questo tratto le fontanelle d’acqua potabile sono quasi assenti. Anche se il percorso è breve sono presenti diversi sali-scendi da non sottovalutare soprattutto durante i mesi estivi.
La “vera” tratta Francigena prevederebbe di passare da Gambassi Terme, ma per chi può arrivare solamente in treno la soluzione più comoda è questa.
Certaldo è un borgo con un centro storico medievale praticamente intatto che si snoda lungo l’unica vi principale: Via Bocaccio.
Boccaccio nacque proprio a Certaldo e prima di incamminarvi, potreste andare a vedere la casa dove è nato, che oggi è un museo.
Superando il centro urbano di Certaldo seguiamo le indicazioni verso San Gimignano, affrontando una salita interessante che in poco tempo ci porterà su una strada non asfaltata costeggiata da due file di cipressi, molto caratteristica.
Dopo un po’ la strada tornerà asfaltata e il panorama si aprirà sulle colline di Certaldo, mentre in lontananza le famose torri di San Gimignano saranno già distinguibili.
Dopo un po’ raggiungiamo il piccolo borgo di Pancole, con il suo presepe molto particolare a cui vale la pena dare un’occhiata.
Arrivati alla Pieve di Cellole imbocchiamo il sentiero sulla destra che porterà alla strada provinciale. Da qui si dovrà percorrere la strada provinciale (priva di sentieri alternativi e marciapiedi) fino a San Gimignano, circa cinque chilometri.
Da San Gimignano a Monteriggioni
Tappa 32 – 31 km
Lasciatasi alle spalle la bellissima San Gimignano ci avviamo verso quella che è la tappa più lunga del nostro itinerario in direzione Siena.
In questa tratto I punti d’acqua non abbondano ma, a differenza della tratta precedente, i diversi centri abitati vi consentiranno di poter acquistare generi alimentari.
Seguiamo le indicazioni per la Via Francigena, la freccia con il pellegrino che ormai dovremmo aver imparato a conoscere.
Il sentiero prosegue con diversi saliscendi in mezzo a colline alberate, per condurci poi in un boschetto,


Superato il bosco una salita che affianca un vigneto ci conduce ad un’altra serie di salite e discese.
Dopo un po’, sulla sinistra, la nostra attenzione viene rapita dal punto di ristoro “Casa delle spezie”, una vera e propria oasi del pellegrino in cui potersi fermare per mangiare qualcosa e riposarsi, facendo due chiacchiere con qualche altro pellegrino di passaggio.
Qui la pace la fa da padrona, con il pergolato in legno, le panchine, le botti che fungono da tavoli e il wi-fi che non funziona. I simpatici gestori ci tengono a precisarlo e ad invitare così le persone a parlare tra di loro.
Lasciatosi alle spalle questo crocevia di parole ed esperienze, proseguiamo col nostro percorso.
Inizia la tratta più atipica, potremmo dire, di questa tappa. Si tratta infatti di un lungo tratto di strada asfaltata circondata da prati verdi e qualche casa qua e là, che porta ad una rotatoria con l’indicazione per Colle di Val d’Elsa.
Percorriamo quindi la strada che ci porta fino all’ingresso di Colle di Val d’Elsa. Questo piccolo centro, con la sua piazzetta e la sua panchina rossa con vista (cercatela!) ci fa respirare un’aria di autentica immobilità.
Usciti da Colle di Val d’Elsa e seguendo la segnaletica della Francigena, arriviamo ad uno dei luoghi più suggestivi non solo della Via Francigena, ma della regione Toscana in toto.
Si tratta del Parco Fluviale Alta Val d’Elsa, un incantevole percorso di circa quattro chilometri completamente immerso in una natura verde smeraldo con ponti di massi su acque turchesi che ci fanno venire voglia di tuffarci per rinfrescarci, a prescindere da quale stagione si scelga di mettersi in cammino.
Da qui arriviamo fino a Monteriggioni, accompagnati dai classici scorci a cui ormai dovremmo aver abituato l’occhio – anche se non ci si abitua mai veramente.
L’ultima, ripidissima salita per entrare a Monteriggioni è anche l’ultima fatica della giornata.
Entriamo da Porta Fiorentina e godiamoci la viuzza con negozi artigianali che ci porterà in Piazza Roma.
Da Monteriggioni a Siena
Tappa 33 – 18 km
Partendo da Monteriggioni potremmo provare la malinconia di lasciare dietro di noi già gran parte della Via.
Una sensazione che il pellegrino impara presto è quella della malinconia per la strada già percorsa, “archiviata”, con la consapevolezza che ci stiamo inevitabilmente dirigendo verso la conclusione del viaggio.
D’altra parte l’adrenalina che deriva proprio da questa consapevolezza, ci inorgoglisce e ci fa andare avanti con lo zaino pesante e la testa leggera.
Quindi salutiamo Monteriggioni che troneggia sulla sua collina, e percorriamo il suggestivo sentiero in pendenza, tra i campi.
Da qui inizia un tratto nel bosco che ci permette di respirare un po’, soprattutto se stiamo camminando nei mesi più caldi.
Non è sempre semplicissimo orientarsi in quest’ultima tratta. Ci sono alcune biforcazioni di sentieri in cui bisogna tenere gli occhi aperti. Niente di preoccupante, ma dover percorrere chilometri in più per un errore di orientamento non è il massimo quando si è già stanchi.
Meglio sempre munirsi di mappe e guide sulla Via Francigena, ce ne sono tante.
Una volta sbucati fuori dalla fitta vegetazione ci troviamo davanti uno scorcio tra i più fotografati della Via Francigena: la strada dell’uccellatoio.
E’ un sentiero che taglia la montagnola senese in leggera discesa che fa venire voglia a tutti – ma proprio tutti – di immortalarlo con qualche scatto.
Se poi riponiamo il cellulare e spostiamo lo sguardo a terra, ci accorgiamo di quanto sia onnipresente un elemento che fino a qualche chilometro prima era assente: la terra di Siena, col suo caratteristico colore rossastro.
Percorriamo la strada tagliando i campi come forbici con un fazzoletto verde, e continuando così per un po’ arriviamo a scorgere in lontananza non una, bensì tre “torri”.
Si tratta del castello della Chiocciola, purtroppo non visitabile in quanto proprietà privata.
A questo punto potrebbe darsi che qualcuno sia affaticato, magari affamato, e potrebbe rimpiangere un posto come la “Casa delle spezie” a San Gimignano, in cui potersi rilassare mangiando qualcosa e conoscendo qualche altro pellegrino che sta vivendo la sua stessa avventura. Bastano cinque minuti.
Cinque minuti e ci imbattiamo nel “Punto Sosta La Villa”, letteralmente una villa che fa angolo sul sentiero, con i cancelli aperti pronti ad accogliere i pellegrini stanchi.
Qui un cartello posto all’ingresso, dopo il benvenuto, ci ammonisce bonariamente: “mai avere fretta… questa è un’oasi di pace e relax. Buon cammino”.
Farsi coinvolgere dall’ambiente rilassato di questo angolo da sogno è d’obbligo, prima di ripartire.
Proseguiamo scendendo un po’ verso Pian del Lago.
Capiamo di essere nel posto giusto grazie ad una piramide in pietra molto suggestiva che ci racconta la storia del luogo.
A questo punto procediamo fino alla strada dell’Osteriaccia e, imboccandola, attraversiamo il bosco dei Renai.
Porta Camollia, l’ingresso per i pellegrini a Siena secondo la tradizione, è distante solamente pochi chilometri ben segnalati.
Piazza del Campo è lì, pronta ad accogliere a braccia aperte tutti, ma soprattutto quelli che ce l’hanno fatta con le gambe rotte, le spalle e i piedi doloranti, ma il morale alle stelle.
Adesso è il momento di posare gli zaini, sedersi a terra e godersi il meritato riposo mentre il Palazzo Comunale con la Torre del Mangia ci osservano, lassù.
Magari malediciamo pure un pochino chi ce lo ha fatto fare e buttiamo lì un “mai più”.
Mai più, sì.
Fino alla prossima volta.
Articolo di Gabriele Pardini. Gabriele studia storia dell’arte all’università e supporta i suoi studi lavorando in un locale. Dal suo piccolo angolo di Toscana, scrive di luoghi e di viaggi e sogna un biglietto di sola andata per una vita libera da radici.
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