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Turismo sostenibile solo per i turisti avventurosi?

Articolo scritto a novembre del 2011

  • quando di turismo sostenibile si parlava ancora poco, quando le offerte di turismo sostenibile erano quelle delle Ong, delle associazioni, dei minuscoli tour operator; 
  • quando il turista responsabile era quello con lo spirito di adattamento; quando i backpackers erano considerati turisti responsabile solo perché avevano uno zaino sulle spalle.

Rileggendo questo post mi sono accorta di come a distanza di 10 anni molte cose siano cambiate, è interessante vedere come evolve il mondo del turismo sostenibile

 

Chi lavora nel settore sarà forse interessato a leggere cosa mi auguravo succedesse 10 anni fa. Ed è accaduto. Col problemino del greenwashing… ma tempo al tempo!


Novembre 2011

Prima di tutto vorrei sfatare la visione comune del turista responsabile.

Non necessariamente questo tipo di viaggiatore deve avere uno zaino sulle spalle, rinunciare ai comforts, lavarsi con acqua fredda, mangiare al mercato, fare trekking stremanti, visitare progetti di cooperazione e fare volontariato.

Trolley o Zaino.png

Il viaggiatore responsabile si distingue dagli altri perché ha la consapevolezza che ogni destinazione è la casa di qualcuno.

Non ha importanza il tipo di viaggio, ma il comportamento dell’ospite nei confronti dei padroni di casa… e della casa.

Che tradotto significa aver rispetto della popolazione locale e dell’ambiente.

Tuttavia questa visione che associa la sostenibilità all’avventura si è diffusa proprio perché oggi (2011) il turismo sostenibile si limita generalmente a proposte turistiche di questo tipo: volontariato, turismo comunitario, turismo rurale, turismo sociale… ed è, a mio avviso, la ragione per cui rimane un turismo di nicchia.

Questa mia osservazione viene da una viaggiatrice che adora il turismo culturale, il turismo comunitario, il turismo rurale e il turismo sociale, ma che è allo stesso tempo consapevole che nel mondo i turisti sono quasi un miliardo e che se l’obiettivo è cambiare l’impatto negativo del turismo di massa, ridursi ad una nicchia senza ampliare le proprie vedute è un peccato. 

Bisogna diffondere i principi del turismo sostenibile e responsabile al turismo di massa

Bisogna che ogni offerta turistica, qualsiasi essa sia, tenga in considerazione i principi del turismo sostenibile: impatto ambientale, sociale ed economico. 

Ognuno di noi viaggia per motivi differenti: cultura, avventura, relax, natura, lavoro. 

Sarebbe meraviglioso se tutti i turisti considerassero il viaggio come un momento di arricchimento culturale, ma è pura utopia

Sono tantissimi i “turisti del dolce far niente” che vogliono solamente evadere dalla loro stressante quotidianità fuggendo verso mete esotiche, rilassarsi al sole e crogiolarsi nei vizi. Legittimo. 

Non è sicuramente il mio caso, ma ognuno è libero di avere i propri interessi. I “turisti del dolce far niente” o “turisti stanziali” rappresentano la maggioranza, allora perchè il turismo sostenibile e responsabile si rivolge quasi esclusivamente ad un target curioso e avventuroso

Perchè invece non crea alternative per i turisti stanziali

Oggi è impensabile che un “turista del dolce far niente” si converta ad un turismo più etico, perché non ci sono alternative adatte a lui

Le proposte vanno dagli impegnativi viaggi itineranti ai costosi e lussuosi eco-resort… una via di mezzo?

Per conquistare un’altra fetta di mercato e per ridurre il disastroso impatto del turismo di massa sarebbe astuto, da parte degli operatori turismo sostenibile, ampliare le proprie offerte rivolgendosi anche al target dei turisti stanziali.

Basterebbe proporre, oltre agli itinerari per curiosi e avventurosi, anche mete rilassanti, non limitandosi solo ai viaggi itineranti.

Sono ben accolte osservazioni, critiche e opinioni.


Torniamo al 2022:

Oggi la maggior parte degli operatori turistici vuole proporre qualcosa di sostenibile, per arrivare proprio a quel target! 

Oggi si parla così tanto di sostenibilità che pare un ben di Dio, peccato che ci sia il greenwashing, ma tempo al tempo. Vedremo cosa accadrà quando rileggerò questo post nel 2032 :) 

 

Comments:

  • 25 Giugno 2012

    Concordo pienamente, era proprio quello che volevo trasmettere con il post: la sostenibilità di un viaggio non dipende dal budget, ma dall'atteggiamento del viaggiatore nei confronti di ciò che ha attorno.

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