
Safari al Kruger National Park – Sudafrica
Se ti dico Natura a cosa pensi?
Un prato, un lago, una montagna, un fiore…
Chi mi risponderebbe “un bufalo in putrefazione”?
Credo nessuno.
Perché noi tutti siamo lontano, sempre più lontano, da quello che è realmente Madre Natura. Schietta, brutale, violenta, meravigliosa e atrocemente giusta.
Nelle riserve del Sudafrica la Natura scorre incondizionata, nella sua bellezza e nella sua crudezza, senza l’intervento dell’uomo.
Non storcere il naso se ti imbatti in bufali morti ricoperti di mosche, con avvoltoi che ne mangiano le carni. Al Kruger si calpesta terra selvaggia.
Durante un safari in Sudafrica vedrai anche i leoni, i rinoceronti e gli ippopotami; farai fotografie meravigliose e tornerai dal viaggio soddisfatto, anzi, più che entusiasta. Ma vai oltre… chiudi gli occhi, ascolta, annusa, entra in contatto con Madre Natura.
Il Kruger è la più grande riserva naturale del Sudafrica e si estende per circa 20.000 Kmq, quasi come la Sardegna intera. Il parco fa parte del Kruger to Canyons Biosphere, una zona dichiarata dall’UNESCO Riserva Internazionale dell’Uomo e della Biosfera, che unisce il Kruger ad altre due riserve del Mozambico.
E’ l’habitat di circa 40.000 bufali, 13.000 elefanti, 5.000 rinoceronti, 3.000 ippopotami, 1.600 leoni, 2.000 leopardi e altri mammiferi come iene, giraffe, licaoni, zebre, facoceri e molte specie di antilopi, rettili e uccelli.
E’ meta turistica perché durante i safari al Kruger non è difficile avvistare i big five: l’elefante, il leone, il leopardo, il rinoceronte e il bufalo, che vivono in questo territorio.









Fotografie degli avvistamenti al Kruger, novembre 2016
Il termine “big five” (i grossi 5) fu coniato nel periodo in cui i safari erano di caccia, non fotografici, e questi erano i cinque animali più grandi e pericolosi da cacciare.
Purtroppo in Sudafrica esistono ancora riserve private che accolgono individui che pagano cifre impensabili per portarsi a casa la testa di un leone, come trofeo da esibire. No comment.
A volte un turismo safari inconsapevole può contribuire alla caccia al leone, conosci il fenomeno del Canned Hunting? E’ molto importante partecipare a dei safari sostenibili, organizzati da tour operator responsabili.
Questo articolo racconta la mia esperienza e fornisce il contatto per fare lo stesso viaggio a cui ho partecipato, che segue i principi del turismo responsabile, rispettando la fauna selvatica.
Ho alloggiato sia nei lodge privati, di solito piccole strutture molto curate, sia nei campi a gestione governativa, più economici e con più posti letto, ma comunque ben gestiti.
Si può esplorare la riserva prenotando i safari al Kruger presso i campi dove alloggerai; sarai accompagnato da rangers professionisti che conoscono il territorio come le loro tasche.
Puoi organizzare il viaggio in autonomia, ma in tal caso dovrai noleggiare un’auto (ricordati che in Sudafrica si guida a sinistra!) e pianificare pernottamenti, spostamenti e safari guidati (attenzione che per prenotare privatamente lodge o camp all’interno del campo è necessario quasi un anno di anticipo!).
In alternativa al fai da te puoi fare la mia stessa esperienza, partecipando a un viaggio di gruppo in Sudafrica accompagnato da una guida ambientale escursionistica, facendo un safari sostenibile nel pieno rispetto di animali e ambiente.
Io (felicissima) durante un safari al Kruger in jeep
SAFARI IN JEEP
I safari in jeep organizzati nei campi a gestione governativa sono in genere in furgoni da una quindicina di persone, di solito partono all’alba o al tramonto, ma ci sono anche safari notturni o pomeridiani a seconda di cosa propone il camp.
I lodge privati invece dispongono di jeep più piccole, per poche persone, e l’esperienza è certamente più suggestiva. In entrambi i casi le guide sono rangers professionisti, con una conoscenza dettagliata del territorio.
Durante i safari abbiamo avuto modo di avvistare i big five anche a distanza ravvicinata. Il fatto che gli animali si lascino avvicinare (dalle jeep, non dalle persone) non significa che gli animali siano ammaestrati e docili. Assolutamente no!
Sono animali selvatici che identificano le automobili come un unico animale non pericoloso. Nelle jeep aperte è importante quindi stare seduti e non alzarsi mai dal proprio sedile. E’ tassativamente vietato scendere dall’autovettura.
SAFARI A PIEDI
I safari a piedi sono quelli più emozionanti, per i più coraggiosi. Dopo alcuni safari in jeep, quando per la prima volta ho poggiato piede sulla terra del Kruger, mi son sentita sulla luna. Sì, perchè quando si esce in jeep si aprono i grandi cancelli del camp e non tocchi mai terra, e ti si chiudono dietro quando rientri.
Esplorare il Kruger a piedi significa camminare in fila indiana, in completo silenzio, accompagnati da rangers armati di fucile. L’abbigliamento deve essere di colori naturali, come beige, nero, verde scuro, caki, blu scuro; da evitare i colori accesi e il bianco che ci rendono più visibili alla fauna. Sono ammesse al massimo 8 persone.
Durante le camminate può anche non esserci nessun incontro con i grandi animali, quindi ci si dedica alla flora o a riconoscere le tracce sul terreno. Si possono avvistare animali in lontananza, oppure, come è successo a me, può succedere qualcosa di inaspettato.
Di solito i rangers sono in grado di sentire in anticipo l’avvicinarsi di un grande animale… di solito.
LA MIA ESPERIENZA
Dal diario di viaggio:
Oggi il gruppo non ha voluto alzarsi alle 4 di mattina per la camminata e mi sono ritrovata a camminare per il Kruger con due rangers armati.
La maggior parte dei turisti esplora il Kruger in jeep. A piedi bisogna prestare la massima attenzione e gli animali vanno osservati da lontano, controvento. E’ quello che stavamo facendo questa mattina: tre elefanti stavano mangiando tranquilli a una quindicina di metri da noi, che eravamo nascosti dietro a un cespuglio.
Poi… poi è successo qualcosa di inaspettato, di pericoloso, di straordinario. Un incontro molto speciale: un elefante è spuntato all’improvviso, a 3 metri da noi. Siamo rimasti immobili (pietrificati forse è la parola adatta). Si è avvicinato, ci ha guardato e studiato, poi è andato via. Di elefanti nei miei viaggi ne ho visti tanti, li ho toccati, curati, conosciuti, ma non erano nati liberi, non erano selvatici.
Di video come questi se ne vedono tanti, sono spesso zoommati e fatti da una jeep. Qui non c’è zoom ed eravamo a piedi, sono riuscita a filmare perchè avevo la macchina fotografica in mano. Il cuore in gola, mille pensieri che scorrono in pochi secondi.
Lo sguardo, la conoscenza, l’accettazione. Il rispetto. La libertà.
Il minuto più lungo della mia vita.
Se succedesse a te, ricorda la REGOLA NUMBER ONE: rimanere immobili.
REGOLE PER UN SAFARI IN SICUREZZA
Si può anche girare per la riserva con la propria auto, seguendo alcune regole:
- non scendere mai dall’autovettura
- non superare i 40 Km/h
- non uscire dai percorsi tracciati
- non dare da mangiare agli animali
- non fare rumori e cercare di rimanere in silenzio
- se ci sono animali sulla strada fermarsi e dare sempre la precedenza a loro
- se grandi animali si avvicinano spegnere il motore
- è obbligatorio rientrare al campo entro gli orari prestabiliti
Fotografia di Fabrizio Pogliano, in viaggio con me, novembre 2016
Ti è venuta voglia di partire per un safari in Africa? Ecco dei link che potrebbero esserti utili:
Se vuoi partire in autonomia ti consiglio di visitare il sito ufficiale delle riserve naturali del Sudafrica
Se vuoi fare la mia stessa esperienza di viaggio di gruppo in Sudafrica – che oltre alle riserve naturali prevede la visita alla colonia di pinguini africani, l’avvistamento delle balene, il Blyde River Canyon, Cape Town e il trekking sulla Table Mountain – leggo l’itinerario e le partenze dei viaggi di gruppo in Sudafrica con guida naturalistica.
Ti consiglio qualche lettura prima della partenza, ecco le guide e i libri sul Sudafrica sulla storia del paese e sulla fauna selvatica africana che ti saranno utili per affrontare il viaggio.
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