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Panorama fiordi Norvegia

Ho un libro tra le mani ma i miei occhi sono continuamente attratti dal panorama che ho davanti: montagne ricoperte di boschi, che si tuffano in una acqua turchese dall’aspetto calmo e meditabondo.

Sono loro, gli elementi naturali, i padroni di questo fiordo che osserva il fluire delle stagioni e lo scorrere del tempo, anno dopo anno.

Gli uomini sono solo un contorno.

Vista sul fiordo di Hellesylt Norvegia

È questa la sensazione predominante che si ha sbarcati in Norvegia e mentre si percorrono le sue strade: l’uomo è qui di passaggio.

Può aver costruito ponti e gallerie per unire ciò che è naturalmente diviso, facilitando gli spostamenti, può aver edificato case robuste e calde per sopravvivere a un clima difficile, ma a dettare legge qui sono il mare e le montagne, il vento e la pioggia, la notte artica e il sole di mezzanotte.

Bellezza e silenzio

Nella Norvegia meridionale, nel profondo dello Storfjord, che si allunga nella regione dei fiordi tra Bergen e Ålesund, Hellesylt è un paesino raccolto tra una chiesa e il porticciolo, una manciata di case in legno dei tipici colori, blu, rosso, giallo, bianco.

Il sole lo illumina mentre percorre il suo arco giornaliero tra la cima di una montagna e l’altra, che formano un rassicurante abbraccio; la cascata scandisce il ritmo giornaliero con il suo rombo costante.

Cascate Hellesylt mulino - Norvegia

Per il resto, solo bellezza, silenzio.

E gli uomini soli con se stessi.

Vorrei essere una di queste rocce per vedere anche io come i boschi si tingono di rosso in autunno, la luce cede il passo al buio in inverno, e poi rimanere a osservare il risveglio della primavera e il ritmico andare e venire dei traghetti dei turisti d’estate: un fugace attimo nell’eternità del tempo.

Oppure ritornare indietro nei secoli e vedere come si viveva nel passato, quando le comunicazioni erano difficili e tagliavano fuori dal mondo molti piccoli paesi, ancora di più in un luogo che si potrebbe definire “remoto” anche nel XXI secolo.

I local: tra riserbo e gentilezza

La sensazione di solitudine e di silenzio non si associano mai, in nessun momento del viaggio, con altre sensazioni che non siano la pace e la quiete.

In Norvegia, a parlare sono le onde del mare e i sibili del vento quando ci si trova sulla costa, la luce che sfuma dietro le montagne e il lento sciabordio dell’acqua quando si sosta all’interno di un fiordo.

Persino in un tram nel centro di Oslo il silenzio è rotto solo dalle voci di noi turisti che a tutta questa quiete proprio non siamo abituati.

Silenzio, compostezza e un certo riserbo si leggono sui volti e nelle movenze di tutti i norvegesi che osservo.

Carattere dei norvegesi

Lo avevo letto negli articoli e nei libri che mi hanno tenuto compagnia in tutti gli anni in cui ho sognato questo viaggio.

Ciò che però non avevo trovato da nessuna parte è l’estrema gentilezza di questo popolo: mi basta aprire una cartina per la strada ed ecco che qualcuno si ferma per chiedere se ho bisogno di aiuto. È così che riesco a fare qualche conoscenza e a farmi dare indicazioni preziose per il viaggio. Niente è utile come far due chiacchiere con un “local”. Ma attenzione a non esagerare con l’esuberanza mediterranea… si rischia di ottenere l’effetto contrario.

Loro, i norvegesi, li vedi sfrecciare, in solitaria, su sci con rotelle lungo le strade delle città, di fianco a bici e auto. Oppure uscire con lo zaino e la canna da pesca da una hytte rossa, la piccola baita che è la seconda casa di molti norvegesi, di solito affacciata sulle rive di un fiordo o su un isolotto. Qui, pare, non
esiste brutto tempo, ma solo il modo giusto per vestirsi e affrontare qualsiasi clima.

Liberi e sicuri

Mentre ripongo il libro e mi accoccolo meglio sulla sdraio, noto un camper che si è parcheggiato al di fuori del campeggio dove stiamo sostando noi. Scelta curiosa vista la meravigliosa vista sul fiordo che si ha da dove mi trovo io, ma non è solo questo che mi fa pensare.

Panorama fiordi Norvegia

Tra noi e quei viaggiatori “esterni” c’è di sicuro una differenza di visuale e pure dei pochi (e spartani) servizi del campeggio, ma è tutto.

Nessuna recinzione fa da barriera, nessun guardiano è preposto alla sorveglianza di questo camping.

In Norvegia il concetto di sicurezza è molto elevato, me ne rendo conto definitivamente quando vedo un bimbetto di circa 6 anni che viaggia da solo su un tram di Bergen e mentre osservo un altro bambino con lo zainetto sulle spalle che percorre saltellando una via della periferia di Oslo.

È difficile comprendere come le mie “insicurezze”, regalate dalla vita in una metropoli, vengano spazzate via dall’osservazione di una popolazione che basa il suo vivere sulla fiducia nel prossimo, eppure, in Norvegia, mi sento completamente al sicuro e non avrei timore neppure se fossi una donna sola in viaggio.

A dispetto di tutte le contraddizioni che possono esserci in un luogo, e che esistono anche qui, ciò che si respira è una qualità della vita davvero alta.

Spirito di adattamento

C’è però un luogo dove entro sempre con un po’ di sconforto: il supermercato, il posto migliore dove sondare le abitudini di un popolo. Districarsi tra nomi e specialità non è semplice, neppure con un dizionario alla mano. Quello che capisco alla seconda visita è che frutta e verdura (la poca che si trova)
vanno mangiate in fretta e che è preferibile essere molto adattabili: non hanno la fragranza e il sapore di quelle a cui siamo abituati.

Trovo però una meravigliosa marmellata alle fragole da spalmare sulle fette di pane e il fish and chips di un chiosco ad Ålesund fa passare la nostalgia nei confronti del cibo mediterraneo! E poi si sa, viaggiare significa soprattutto conoscere l’altro e l’altrove e sapersi adattare!

Grand Hotel

La musica che annuncia l’arrivo del traghetto che fa la spola con il porto di Geiranger mi distoglie dai pensieri. Decido di andare a godermi il tramonto vicino alla cascata di Hellesylt e a vedere quanta gente sbarca a quest’ora. Le auto sono giusto un paio, poi il piccolo battello spegne motore e luci e inizia a sonnecchiare.
Un hotel in legno bianco, dall’affascinante stile che profuma di passato, si trova proprio a ridosso del porticciolo.

Grand Hotel - Hellesylt

Mi piace pensare ai viaggiatori che ne hanno abitato le stanze, che immagino spartane, pulite e profumate; uomini e donne portati qui da motivi di lavoro oppure dai casi della vita. Quante storie si saranno incrociate in questo angolo di mondo, sperduto nel profondo di un fiordo norvegese?

 


Articolo di Cristina Ferrando: giornalista ed editor, le mie passioni sono i libri e i viaggi, se posso
unirle… meglio ancora. Ho il “pallino” dei punti cardinali, con cui mi oriento davanti a una mappa, ma che guidano anche le mie emozioni.

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