
Un itinerario olfattivo a Roma, estratto dal progetto “Roma in 5 sensi”, di Valentina Miozzo e Valentina Vivona.
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PROFUMO DI ROSE
Gli antichi romani erano grandi consumatori di rose.
Maggiore era la quantità di petali rovesciata al culmine delle orge, maggiore il prestigio riconosciuto all’ospite.
Con la diffusione del cattolicesimo, il transito di fiori e spezie lungo il Tevere s’interrompe; l’incenso è ammesso con pudore durante le liturgie.
L’olfatto viene inibito per distaccarsi dalla dissolutezza pagana.
“Solo dopo le crociate le rose tornano in Europa” spiega Salvatore, guardiano del roseto comunale all’Aventino. È su questo colle che gli odori trovano il loro riscatto.
L’antico cimitero ebraico diviene ‘il più bel giardino del mondo’ nel 1951, grazie alla tenacia della statunitense Mary Gayley.
I cancelli del roseto comunale aprono al pubblico durante i mesi di maggio e giugno, ma per appuntamento sono socchiusi da Salvatore in qualsiasi mese dell’anno. Da venti anni si occupa anche dell’organizzazione del concorso internazionale per rose ibride, voluto dalla stessa Mary.
“Con l’ibridazione le rose diventano belle senz’anima” – osserva – “Il profumo è un carattere debole, eppure ha determinato la loro sopravvivenza oltre 40 milioni di anni fa”.
Salvatore racconta che le specie verdi ed inodori erano ignorate dagli insetti e divorate dai dinosauri, mentre le rose con più petali, colore e profumo erano impollinate e ricreate.
Il profumo, una seduzione da cui neanche la Chiesa è sfuggita. Maria nel Medioevo è ribattezzata ‘rosa mistica, fiore più bello che si sia mai visto nel mondo spirituale’; i grani del rosario sono tuttora ottenuti da petali di rose pressati, emanano una deliziosa fragranza che concilia la preghiera e il raccoglimento.
PROFUMO SACRO
“I preti cattolici si sono impigriti. I sacerdoti acquistano incensacci economici che causano allergie e sviliscono il rito”, chiarisce Don Sergio, direttore del Centro Russia Ecumenica, associazione culturale sita a Borgo Pio – al lato del Vaticano – e unico negozio a Roma dove sia possibile acquistare il prezioso incenso del Monte Athos.
L’incenso purifica la fede, il corpo del musulmano deve invece offrirsi ad Allah pulito.
Pulizia è sinonimo di purezza nell’Islam, per questo prima di entrare in moschea donne ed uomini compiono le cosiddette abluzioni, lavaggi con acqua di rose od oli profumati.
Nella Grande Moschea di Roma, tra i Parioli e Villa Ada, a disposizione dei pellegrini c’è solo un ‘nasone’ – la caratteristica fontanella romana.
Pelli di varie sfumature, ricoperte di tuniche, camice firmate o magliette arrivano già intrise di essenze.
Saad, giornalista iracheno, sfoggia delle piccole boccette contenenti unguenti del proprio paese: “le ho pagate 30 euro l’una”, ripete passando il tesoro sui dorsi delle mani di chi lo ascolta.
Per Omar, nato a Roma da genitori tunisini, “la preghiera è un atto di ossigenazione. Non esiste distinzione tra sacro e profano nel Corano, siamo in contatto con il nostro corpo e lo discipliniamo”.
Le donne indisposte non possono accedere in moschea a causa del loro odore. Assistono al sermone del venerdì sulla scalinata d’ingresso, assieme alle scarpe.
PROFUMI D’AUTORE
“Gli uomini non potranno mai fare a meno del profumo perché discende in loro direttamente al cuore”, ricorda Marina citando le parole di Maometto.
Marina è la creatrice della bottega del profumo Cherry, piccolo negozio arroccato vicino Trinità dei Monti, che si distingue da una tradizionale profumeria.
Un luogo intimo dove non vengono propagate solo essenze, ma anche passione e accoglienza.
Un luogo di socialità, incontro e riflessione, dove è possibile soffermarsi per ore, inebriati da esalazioni di frutta, fiori, spezie e dalla compagnia di Marina.
Tra stretti e alti scaffali colmi di flaconi e barattoli di chicchi di caffè per depurare l’olfatto tra una fragranza e l’altra, il percorso nella scelta del proprio profumo è come un viaggio dentro sé stessi.
OLFATTOTECA
Una volta riemersi dalle essenze inglesi e francesi di Cherry, si riprende il cammino verso Piazza di Pietra, dove il profumo, esclusivamente italiano, diventa arte astratta.
Seguendo l’effluvio di latte e vaniglia si arriva alla galleria olfattiva di Laura Tonatto, rinomata profumiera.
Odorare le sue creazioni è come visitare una galleria d’arte moderna: attraverso particolari installazioni è possibile annusare le fragranze, suddivise in profumi della letteratura, della musica e del cinema, guardando, ascoltando e leggendo le opere che le hanno ispirate.
Nell’olfattoteca è possibile creare il proprio profumo scegliendo le materie prime tra più di duemila “note olfattive”.
L’ERBORISTA
Non lontano, in Via di Torre Argentina, da una piccola porta a vetri si scorge una porzione di mondo antico.
Entrando all’Antica Erboristeria, al civico 15, un’usta selvatica inonda le narici. Ampie scaffalature di legno colme di cassetti contenenti erbe ed essenze ricoprono le pareti.
Oltre alle centinaia di qualità di erbe curative, nelle mensole spuntano anche incensi e olii adatti alla profumazione di ambienti e alla meditazione.
Dietro al bancone l’umanità si diffonde tra gli aromi del negozio, la figura dell’erborista è ancora vivissima: Paolo è l‘anello di congiunzione fra saperi popolari e scienza medica.
Le persone si rivolgono a lui per ogni disagio fisico e attendono i suoi consigli come provenissero da un oracolo. Paolo entra in profonda sintonia con la clientela, ascolta con attenzione e riconosce la pianta adatta a curare ogni sintomo.
In epoca medievale l’erborista corrispondeva allo speziale, ma nel tempo le due figure si sono differenziate e lo speziale si dedica oggi agli odori della dispensa.
LO SPEZIALE
Nel quartiere Testaccio, in via Luca della Robbia, c’è l’Emporio delle Spezie, uno dei pochi posti a Roma dove acquistare spezie al grammo, non prima di aver messo il naso nei numerosi vasi, annusando infinite varietà di semi, polveri e radici.
Il nome vuole richiamare l’antico Emporium romano che nasceva proprio nel rione di Testaccio, ed è tuttora visibile sulla riva del fiume Tevere.
Il porto dell’Emporio era il punto d’approdo delle merci e delle materie prime, spezie comprese, fin dall’epoca romana. Questa bottega racchiude in pochi metri quadrati l’aroma del mondo, dai sacchi aperti esalano fragranze che evocano terre esotiche: cannella, cardamomo, zenzero e cumino…
I vasi di vetro sugli scaffali contengono polveri colorate che racchiudono ognuna una storia diversa. “Il pepe è un potente afrodisiaco e c’è chi sostiene ironicamente che sia stato il vero motore delle crociate” racconta Fabio. Strano, ma vero.
PROFUMO PROFANO
La storia del pepe è confermata da Zou Zou, boutique erotica in pieno centro, il cui angolo dedicato ai profumi ostenta essenze afrodisiache.
“La più potente è quella al pepe rosa” spiega Tiziana mostrando la seducente boccetta.
Zou Zou è una boutique tutta al femminile che attira i passanti con una vetrina ricca di charme. E’ un regno della sessualità cerebrale, intriso di sensazioni e odoroso d’intimità.
Varcando la porta si è subito avvolti dalla fragranza che impregna le pareti adornate di tulle e raso. La raffinata lingerie, i bustini e gli accessori, i libri dotti e odorose pozioni alchemiche offuscano l’immagine della Roma bigotta.
Gli oggetti proposti con grazia, esposti in teche e allestimenti ricercati, diventano esclusivi.
“Deve scattare l’alchimia olfattiva per provare attrazione verso un’altra persona” spiega Tiziana, “l’odore esercita un forte influsso non solo sulla vita sessuale, ma in tutte le relazioni umane, anche se inconsapevolmente” .
Ricorda Suskind, quando nel libro “Il Profumo” scriveva “La forza di persuasione del profumo penetra in noi come l’aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci domina totalmente e non c’è modo di opporvisi”.
dueingiro
un articolo davvero molto interessante. complimenti.
Valentina
Sono contenta vi sia piaciuto! Complimenti a voi per il blog, ho letto il post sull’ebola e l’Etiopia… le ultime tre righe sono proprio belle :)