#NeVadoFiero: 3 azioni quotidiane di cui sono fiera
Stefania del blog Diquaedilà ha lanciato l’ iniziativa #NeVadoFiero invitandoci a riflettere sulle 3 azioni quotidiane di cui andiamo fieri, quelle abitudini che contribuiscono, nel loro piccolo, a cambiare il mondo. Di solito tendo a pensare a tutto quello che non posso cambiare… e vado avanti con una sensazione di impotenza. Ragionare invece su ciò che faccio è un’opportunità che condivido volentieri.
Einstein diceva che “le persone così pazze da voler cambiare il mondo sono poi quelle che lo cambiano veramente”. Questo è il mio motto. Probabilmente non riusciremo a vedere un vero cambiamento in questa vita, c’è bisogno di molto più tempo, ma sono certa che siano proprio le piccole azioni quelle che, lentamente, cambiano il mondo. Chi mi conosce sa che nel blog scrivo soprattutto di turismo responsabile e comportamenti sostenibili nella vita e in viaggio… ma le mie parole collimano con le mie azioni? CONCRETAMENTE cosa faccio ogni giorno?
- Non getto rifiuti a terra, neanche i mozziconi di sigaretta; se vedo qualche amico che la butta a terra la raccolgo e la metto in un cestino, senza dire nulla. Spesso questo crea imbarazzo, ma è proprio questo l’obiettivo: sensibilizzare attraverso le mie azioni. Io mi comporto in un certo modo, le persone attorno a me possono cogliere il messaggio, oppure no.
Una volta ero in una bellissima spiaggia, purtroppo pieno di bottiglie di plastica e mozziconi di sigaretta. Ho cominciato a passeggiare raccogliendo tutto. Inizialmente i ragazzi dell’ombrellone a fianco, che avevano già seminato decine di mozziconi, hanno cominciato a ridere. Dopo un po’ uno ad uno si sono alzati e hanno cominciato a raccogliere i rifiuti nella spiaggia. Ho cominciato da sola e alla fine eravamo in una quindicina. Questo, per me, significa cambiare il mondo.
- Nel mio lavoro quotidiano in agriturismo non limito i miei compiti alla semplice ricezione turistica, ma parlo con i miei ospiti. Parlo dello stile di vita che c’è in un agriturismo biologico, di cibo sano, di riciclo, di riuso, di raccolta differenziata, di consumismo e di ambiente. Trasformo il mio lavoro in un’occasione per sensibilizzare, mostrando una realtà diversa, e sostenibile. Ovviamente dipende da chi mi trovo di fronte (se c’è una coppia in fuga romantica li lascio stare!!)
Una volta ho invitato una coppia di Milano nostra ospite ad aiutarci a fare il pane con lievito madre. Mi scrivono ancora e mi mandano le fotografie del pane che sfornano ogni settimana per la loro famiglia: non hanno mai più comprato il pane al supermercato.
- Quando sono in viaggio dico quello che penso, con moderazione e rispetto, a seconda della situazione in cui mi trovo, gentilmente senza alcuna pretesa di essere ascoltata o di predicare verità assolute.
Una volta in Laos ho partecipato ad una escursione organizzata da un tour operator locale che si dichiarava sostenibile, invece il cibo ci veniva servito in contenitori usa e getta di polistirolo e la guida seminava rifiuti in foresta (che io ovviamente raccoglievo). Di ritorno dal trekking ho chiesto di parlare col manager e, gentilmente, glielo ho fatto notare. Questa persona non mi ha solo ringraziato, ma mi ha scritto dopo mesi spedendomi le fotografie dei trekking successivi, dove il cibo veniva servito in foglie di palma legate con un filo d’erba, producendo così solo rifiuti organici. Non so se questo cambiamento sia stato fatto per questione di immagine o per sensibilità ambientale, ma in ogni caso, qualcosa è cambiato.
I punti dovrebbero essere solo tre, ma sono orgogliosa anche di:
- non comprare prodotti che contengono olio di palma (inclusa la Nutella! Ammetto che è stato traumatico inizialmente)
- fare la raccolta differenziata
- limitare il consumo di carne a una volta al mese, non comprarla da allevamenti intensivi, ma solo da allevamenti allo stato brado.
- fare ogni anno una donazione a GreenPeace
Approfitto per consigliare una lettura sul tema: “Nessuno lo farà al posto tuo: piccolo manuale di resistenza quotidiana” di Marco Boschini, il presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni Virtuosi. E’ una lettura breve, ma molto utile; potete trovare il libro (stampato su carta riciclata) su commercioetico.it.
E ora invito altri blogger a pensare e a scrivere le loro 3 azioni quotidiane che cambiano il mondo.
Angelo di www.exploremore.it
Giulia di www.viaggiare-low-cost.it
Francesca di www.fraintesa.it
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Andrea
Non amo l’ipocrisia anzi non la sopporto proprio, la detesto.
Detto questo ognuno di noi immagino non sia un perfetto esempio di coerenza e quindi, come tale, nasconde
un comportamento ipocrita, ma questa “non coerenza”, soprattutto se accennata o comunque finalizzata
all’avvicinamento verso chi la pensa diversamente non prende il nome proprio di ipocrisia ma di fellssibilita’
e flessibilita’ e sinonimo di intelligenza.
Mi perdonerai la premessa lunga e forse un po’ stucchevole per questo mio commento al tuo post.
Condivido con forza la frase “Il mondo cambia con le tue azioni, la tua opinione non basta” perche’ in tema,
piu’ volte affrontato nei tuoi blog, di ecologia e sostenibilita’ si e’ spesso tutti favorevoli … a parole….
POI quando tocca a te fare il minimo gesto allora le cose cambiano ci si chiude nel ” tanto non serve a nulla” o nel
“che sbattimento” (parola molto di moda); ed e’ proprio questa l’ipocrisia fastidiosa quella che mi provoca allergia,
questo “basta che non lo debba fare io” che detesto cosi’ tanto.
Dalle cose piu’ piccole (alcune volte uso i sacchetti di plastica per il cestino dell’umido in fondo finisce tutto
nella stessa discarica) a quelle piu’ grandi (e’ giusto un consumo etico ma io mangio tutto cio’ che voglio nelle quantita’ che voglio
e quello che avanzo lo butto …. insomma siamo al solito “basta che non lo debba fare io”).
Bello il tuo gesto di raccogliere spazzatura sotto gli occhi di tutti perche’ forse solo questo crea un esempio e forse
un minimo di esame di coscienza.
In tema di sostenibilita’ energetica (e di cio’ che ognuno di noi puo’ fare) il discorso e’ simile anche se ci sono alcuni distinguo
e prevedono una riflessione piu’ complessa relativa all’intero bilancio energetico (l’esempio piu’ semplice e’ l’auto elettrica non inquinante
ma non si valuta mai il come l’energia elettrica per muoverla viene prodotta o il quanto durano e quanto inquinano le relative batterie).
Ad ogni modo e concludendo mi viene in mente sul tema un frase detta
Anni fa da tale George W. Bush che dichiaro’: ” Va benissimo rispettare il protocollo di Kyoto basta che non leda il benessere americano”.
Tradotto: va benissimo abbassare i consumi e il relativo inquinemento basta che non lo debba fare io”. Siamo alle solite …
Valentina M.
Ciao Andrea, non posso che concordare su tutto ciò che hai scritto dalla prima all’ultima parola. Quanto detto da Bush rappresenta purtroppo la mentalità americana (sto generalizzando, ma la generalizzazione serve in sociologia per descrivere un popolo, l’importante è che sia una generalizzazione consapevole e non un pregiudizio rivolto ad ogni singolo individuo di una categoria) consumista e americanocentrica, di conseguenza insostenibile da tutti i punti di vista, anche perchè se pensi al benessere del tuo paese dovresti pensare anche al suo benessere tra 50 anni, il “troppo benessere” attuale porterà a disagi futuri, a me pare molto semplice da comprendere.