
Collana NONTURISMO: le guide alternative per Non Turisti
Nonturismo è una collana di guide partecipate (Ediciclo edizioni) realizzate da abitanti di luoghi marginali, poco conosciuti, che vengono guidati in un percorso di due o tre anni denominato “redazione di comunità”.
Al centro del progetto c’è incontro tra chi viene da fuori e chi in questi luoghi ci abita. Un incontro che scardina il concetto di turismo dalle basi: ecco perchè il Nonturismo.
Questo laboratorio popolare e spontaneo è finalizzato alla creazione di una guida che racconti in modo nuovo e inedito il passato, presente e futuro possibile di questi luoghi.
L’idea è quella di attivare dei processi di rigenerazione che portino avanti contemporaneamente due piani, per farli convergere e intrecciare saldamente.
Il primo piano è quello di attivare una riflessione nelle comunità, un percorso partecipato che rafforzi consapevolezza e analisi delle problematiche, delle specificità, dei punti di forza e debolezza.
Il secondo piano è invece quello della visione: gli abitanti sono affiancati da esperti in ambiti molto eterogenei, come artisti, paesaggisti, urbanisti, antropologi, creativi, botanici, sempre in linea col sentire dei luoghi.
L’obiettivo è quello di far scaturire dalla crisi in atto nel luogo, un’opportunità di sviluppo sostenibile.
Il progetto è curato da SINEGLOSSA e RIVERRUN: hub di innovazione culturale che realizza progetti che spaziano dall’educazione non formale allo sviluppo locale, dall’innovazione sociale alla rigenerazione urbana, dall’economia circolare alla democrazia partecipativa. Utilizza strumenti come il teatro, la gamification, le nuove tecnologie, lo storytelling, il podcasting e l’arte relazionale; l’intento è quello di modificare le forme della società e renderle più inclusive ed eque aumentando consapevolezza, coinvolgimento diretto e responsabilità nei cittadini.
Ad oggi sono state pubblicate tre guide, ad ognuna sono associati degli audio con le interviste agli abitanti che hanno partecipato al progetto.
SANT’ELIA: un cookbook che prende a pretesto il cibo per raccontare la complessità di un quartiere dedito allo spaccio e alla malavita.
In questa ottica le ricette proposte sono alimentari e territoriali, nel senso che esprimono dettagli, sottotesti, abitudini del territorio stesso.
Questo fa riscoprire Sant’Elia a chi già lo conosce e spinge chi invece non ne sa nulla a visitarlo, attirato dal profumo delle ricette che sembra sprigionarsi dal libro; profumo come traiettoria evocativa, misteriosa, curiosa.
La periferia diventa uno scrigno, ma non è mitizzato, insieme al profumo anche il puzzo ha la sua importanza.
GIORGINO, un gamebook che attraverso l’urban game ti guiderà a scoprire uno dei luoghi più belli e sconosciuti di Cagliari: un villaggio di pescatori con 70 abitanti, che vive in un atmosfera fiabesca a tinte dark e futuristiche.
In Giorgino il richiamo al gioco ha un richiamo ancestrale.
Non sono i giochi a legarci all’infanzia? A narrare di storie e a perpetuarle?
L’aspetto ludico non ha bisogno di riferimenti temporali netti, essendo universale. Molto rilevante a riguardo è l’approccio metanarrativo in cui il racconto-gioco diventa un modo per riflettere anche sulla possibilità della scrittura di fissare ciò che potrebbe vanificarsi e disperdersi.
Persone, storie, giochi non spariscono se custoditi nella redazione del testo.
La guida è originale: i percorsi tematici, i giochi, gli aneddoti ci ricordano che la geografia dei luoghi è viva, non un libro da imparare a memoria, è un’esperienza ecosostenibile, poiché è solo il contatto con l’intimità dei luoghi può custodirli e custodire l’uomo.
Ciò che colpisce della collana NonTurismo è l’aspetto visivo: l’aspetto estetico ha una funzionalità precisa, come le riviste della Bella Epoque i disegni accompagnano, nel senso etimologico del termine.
Le illustrazioni sono compagne dei luoghi perché li evocano, sviscerando archetipi e trame antiche, sono vicine ai luoghi, perché ne sono specchio/frammento e amplificazione stessa.
Queste radici che tendono al non turista lo risucchiano, lo fanno entrare nel luogo. Con fascino e sincerità.
Dunque, il non-turista e l’abitante sono indotti a ricordare, perché sono insieme in un viaggio.
Il primo di scoperta, il secondo di riscoperta.
Ciò che li lega è la memoria: il non turista associa scorci e gusti ad un’unanimità ampia, in cui frammenti gli appartengono. E l’abitante riconosce il territorio attraverso la mappa della tradizione e dell’ironia, che arriva precisa per evidenziare anomalie, noncuranza, disimpegno, pregiudizio, ostacolo alla fioritura perpetua dell’archetipo territoriale.
È un principio da cui nasce un’azione concreta.
Visitare e rivisitare i luoghi, non facendoli perire.
Le citazioni degli abitanti sono scorci di vita e mai mercificazione.
In questa visione si colloca la scelta lessicale, mai banale, precisa, coraggiosa perché propone termini in disuso a causa di una certa povertà concettuale, che appiattisce e omologa.
In questa forza, la collana si pone come un respiro fuori dal mondo capitalistico e tuttavia ne riesce a cogliere contraddizioni, facendo brillare la specificità, sia essa linguistica, narrativa, grafica.
Articolo di Ines Sirianni: docente di Lettere, lavora nell’ambito delle arti visive, del teatro ed attraverso concept fotografici. È membro del Laboratorio permanente teatrale di Arti Vive di Stefano Cenci. Progetta e cura installazioni, attività culturali, ricerche sul campo per numerose associazioni territoriali calabresi con cui collabora. Scrittrice freelance, collabora con CinemaSud-periodico di cultura cinematografica.