
La terra dei Ciarlatani – Cerreto di Spoleto, Umbria
All’alba del Rinascimento Italiano l’umanista Vespasiano da Bisticci consegnò ai dizionari italiani il termine “CIARLATANO”, combinazione lessicale dell’espressione “ciarla” (chiacchiera) e “cerretano”, ovvero abitante di Cerreto di Spoleto, perla preziosa della Valnerina, in Umbria.
COSA C’ENTRA LA FIGURA DEL CIARLATANO CON SPOLETO?
L’etimologia del termine ciarlatano in parte identifica lo spazio da cui ha origine – Cerreto – conservandone memoria storica e costumi, nel contempo celebra la stretta convivenza tra teatro e ciarlataneria, intesa come arte di intrattenere il pubblico ricorrendo a meraviglia, stupore, gioco e magia.
Dalle pagine satiriche del “Novellino” di Masuccio Salernitano, a La Mandragola di Macchiavelli, la figura del ciarlatano assume la connotazione di individuo che esercita pratiche da guaritore ed imbonitore allo scopo di ottenere denaro attraverso false promesse.
Il vocabolario della Crusca definisce i ciarlatani come “coloro che per le piazze spacciano unguenti, o altre medicine, cavano i denti e fanno giochi di mano e con varie finzioni andavan facendo denaro”.
La nascita del termine “ciarlatano” va però ricondotta all’interno di una cornice storica particolarmente sofferta, quella dell’ Europa pestilente del XIV secolo.
In uno scenario di terribile devastazione gli abitanti di Cerreto di Spoleto tentarono di ripristinare i presidi strategici del territorio attraverso un’instancabile azione di divulgazione, che assunse i contorni di una vera e propria elemosina.
Ben presto, però, l’encomiabile predicazione dei Cerretani, degenerò in condotte ingannevoli e raggiri ai quali si deve la connotazione fortemente dispregiativa assunta nel tempo dal termine “ciarlatano”.
Ben presto le istituzioni religiose che avevano incentivato la divulgazione condotta dai cerretani, e ai quali avevano anche affidato la vendita delle indulgenze, intimorite dalla deriva che la propaganda aveva assunto, tentarono di liberarsi dalla paternità del costume cerretano, riconducendo l’etimologia di questo termine al culto pagano della dea Cerere.
In altri casi l’etimo venne forzatamente ricondotto all’espressione bizantino Keratas, ovvero mascalzone, nel tentativo di condurre verso l’Oriente Musulmano le origini di atteggiamenti che nulla avevano a che vedere con la virtù della carità.
Persa nei meandri della storia, la figura del “cerretano” viene annualmente celebrata – solitamente nel mese di giugno – da una manifestazione di grande interesse antropologico e culturale: il Festival del Ciarlatano: evento che diventa enciclopedia popolare e palcoscenico di costumi e tradizioni in cui rivive un personaggio singolare le cui vicende, nel Medioevo, hanno gettato le fondamenta per una “professione” destinata ad arrivare fino ai nostri giorni.
Cosa fare durante un weekend a Cerreto di Spoleto?
Il Museo del Ciarlatano, antenna dell’ ecomuseo della Dorsale Appenninica Umbra, offre spazi laboratoriali ed espositivi che illustrano la figura del ciarlatano con rielaborazioni ed esposizioni teatrali che aprono una finestra su un mondo in cui arte, cultura, tradizioni e costumi tracciano profili di viandanti imbonitori.
Passeggiando lungo gli antichi itinerari che si avventurano nel cuore di Cerreto di Spoleto s’incontrano chiese, eremi, pievi e conventi, testimonianze esemplari della rilevante presenza del Cristianesimo nel territorio.
La Chiesa di Santa Maria fu sede di pieve a capo di un’ampia circoscrizione, con il connesso diritto di riscuotere le decime, e conservò la sua importanza fino al XIV secolo. Nell’ ex Convento della Madonna di Costantinopoli: l’elegante portico e il ricco arredo all’interno del convento testimoniano la storia della diffusione del movimento francescano in Valnerina.
Più a valle si trova Borgo Cerreto, in questo importante crocevia fu edificata la Chiesa di San Lorenzo, uno dei più importanti centri francescani della valle.
Lasciando il territorio di Cerreto di Spoleto merita una visita l’Eremo della Madonna della Stella, una sorta di nascondiglio ombroso dove recarsi per restare soli nel silenzio, rotto solo dalla scroscio discreto della cascata e per provare la sensazione degli antichi eremiti “di essere nel mondo, ma non del mondo”.
Le limpide acque del fiume Nera per secoli hanno offerto sostentamento agli abitanti della zona grazie alla ricca presenza della prelibata trota Fario o Trota della Valnerina. Per coloro che cercano un contatto autentico con la bellezza dei luoghi, in Valnerina le proposte per vivere il paesaggio del fiume sono tantissime: rafting, canyoning, river – hiking e canoa.

Articolo di Paolo Aramini
Pina Frontoni
Buona sera, a seguito dell’articolo su cosa fare in un fine settimana a Cerreto di Spoleto,vorrei informarvi che nel territorio del comune, a Triponzo dal 10 settembre 2016 sono state riaperti i Bagni Triponzo. La struttura è una delle poche realtà termali in umbria. BAGNI TRIPONZO 1887 S.R.209 della Valnerina Km 50,400 CERRETO DI SPOLETO
Cordiali saluti
Valentina M.
Ti ringrazio per l’informazione utilissima e di interesse, grazie ancora.