
Calabria, Il Cammino Basiliano – Storia, origini e informazioni utili
Tra le tante caratteristiche della Calabria, ve n’è una morfologica, che offre al viaggiatore la possibilità di attraversare verdi luoghi selvaggi e vedute inaspettate su spazi blu aperti, dove l’orizzonte “squarcia il velo del mistero” (Dante Alighieri).
Se non hai mai goduto di queste meravigliose contraddizioni, della varietà naturale calabra, se hai in programma un viaggio all’insegna della natura, della storia, se sei un camminatore o un escursionista, un pellegrino, ti consiglio di percorrere il Cammino Basiliano.
Uno dei motivi per farlo è perché è un sentiero storico.
Pentone, Catanzaro
I cammini storici sono quelli battuti da sempre per motivi religiosi ed economici. Sono quelli che gli uomini hanno attraversato per spostarsi, commerciare, fare le guerre, pregare, avere il miracolo.
Nello specifico, questo è stato calpestato dai monaci, che hanno colto l’alta spiritualità insita nel territorio, vivendo nelle grotte naturali, in certose, sulle montagne, nel silenzio profondo, aspro e infinito.
IL PROGETTO ECOSOSTENIBILE
L’obiettivo del progetto, coadiuvato dalla Regione Calabria, è stimolare il turismo ecosostenibile e responsabile, cioè soddisfare i bisogni dei visitatori, proteggendo l’ambiente e rendendo consapevole il turista della conoscenza del territorio.
Carmine Lupia è il Presidente dell’Associazione Cammino Basiliano.
Spiega che “L’idea del cammino nasce 14 anni fa da un gruppo di amici che ha percorso la regione da Nord a Sud. Vogliamo trasformare la marginalità in tipicità. Da qui riparte la nostra cultura, l’economia in senso di sviluppo sostenibile”.
Deserto di Caolino, tra Bova e Brancaleone, Reggio Calabria
ETIMOLOGIA E STORIA
Basiliano deriva dal nome di San Basilio il Grande (330-379), fondatore di due importanti regole monastiche: Regulae fusius tractatae e in seguito Regulae brevius tractatae, Regole Lunghe e Regole Brevi. Principi rilevanti anche per i laici, in quanto stimolo per uno stile ideale di vita cristiana e comunitario. Il pensiero di Basilio è importantissimo per il contributo al Monachesimo e alla società dell’epoca. È un ponte tra Oriente e Occidente.
MONACHESIMO
È il fenomeno che si diffonde in Europa tra la fine del III e gli inizi del IV secolo, a ridosso della crisi dell’Impero Romano: il mondo antico sta per crollare. La Chiesa possiede ormai un’organizzazione gerarchica. L’editto di Milano di Costantino del 313 d.C ha sancito la libertà religiosa. Il Cristianesimo si sta diffondendo a macchia d’olio.
I monaci decidono di dedicarsi a una vita scandita dalla preghiera e dalla rinuncia. Per fuggire alla corruzione, per perdersi e ritrovare se stessi, prima ancora di Dio. Monaco, monòs. Eremita, infatti, deriva dal greco eremo, luogo solitario. Nei deserti, sugli alberi, nelle grotte, tra le montagne. I Padri, gli Abba (da cui abbazia), si ritirano in solitudine per raggiungere l’hésychia, la pace interiore.
Nel IV secolo, compare la laura: un gruppo di celle monastiche – talora grotte scavate nel terreno – separate tra loro e con una chiesetta in comune. Ad un certo punto, i monaci decidono di lasciare le celle, riunendosi per le preghiere quotidiane con la popolazione delle vicinanze e lavorare i campi. Si arriva, così, alla pratica della vita comune, cioè al cenobitismo (da cenobio, comunità, monastero).
Con Basilio, dall’Egitto gli ideali monastici si diramano per tutto l’Oriente: le sue direttive spirituali fanno ordine nell’ascetismo greco- bizantino: contemplazione, preghiera, lavoro rivolto altresì alla collettività strutturano i cenobi basiliani.
Stilo, Reggio Calabria
MONACHESIMO IN CALABRIA
Nel 726, l’editto dell’Imperatore bizantino Leone III ordina la distruzione di immagini sacre in tutte le province per interrompere il commercio delle immagini ed evitare l’idolatria. Iconoclastia, appunto, viene dal greco eikón,
“immagine” e kláein, “rompere”.
L’iconoclastia ha come conseguenza la fuga dall’Oriente di migliaia di monaci Basiliani perseguitati. Questi si insediano nelle regioni meridionali dell’Italia, dove sono fondamentali per lo sviluppo culturale ed economico.
I monasteri diventano centri di istruzione e produzione, siti di rifugio e accoglienza per la popolazione, i viandanti, gli ammalati. Sono custodi di opere artistiche preziose.
Tra i monaci calabresi primeggiano San Nilo di Rossano, San Giovanni Teristi di Bivongi, San Bartolomeo da Simeri.
A San Nilo si deve un’opera letteraria unica al mondo: il Codex Purpureus Rossanensis. Questo manoscritto del V-VI secolo si può contemplare nel Museo Diocesano di Rossano. Vi sono riportati i Vangeli di Marco e Matteo con testi in oro ed argento e quattordici miniature.
Ammira le meravigliose testimonianze del monachesimo in Calabria, eccone solo alcune: L’Eremo di Sant’Ilarione a Caulonia, Il Monastero di San Giovanni Teristi a Bivongi, La Cattolica di Stilo, Il Patìrion di Rossano, La Panaghìa di Gallicianò, Santa Maria dei Tridetti Staiti, Il Monastero Ortodosso di Sant’Elia e Filareto a Seminara.
SINCRETISMO CULTURALE
Nel XII secolo, un differente ordine monastico arriva in Calabria: i Cistercensi, che fondano l’abbazia di S.Maria della Sambucina, ai piedi della Sila e ricostruiscono l’abbazia benedettina di Corazzo a Carlopoli (Cz), dove il filosofo e teologo Gioacchino da Fiore, fondatore dell’ordine Florense, scrive alcune sue opere di rilievo.
Tutto ciò è un chiaro esempio di sincretismo culturale, di fusione tra pratiche e concezioni differenti.
La Calabria ti offre la possibilità di fare un viaggio nel tempo: Enotri, Greci, Romani, Bizantini, Longobardi, Arabi, Normanni, Angioini, Aragonesi, Arbëreshë (minoranza etno-linguistica tuttora presente) hanno lasciato segni visibili di arte e costumi.
A tal proposito, ti consiglio di andare a Bova (RC), il paese di area grecanica, e assaggiare la lestopitta, gustosissimo pane di antichissima tradizione.
Eppure, il territorio calabrese ha mantenuto intatto il sostrato agro-pastorale, l’aspetto arcaico, il mistero, la peculiarità esoterica insita nel suo aspetto.
Un incanto ambientale indispensabile per lo sviluppo del turismo lento, dove tu e la natura incontaminata dialogherete nel massimo rispetto dell’uno e dell’altro. Non farai solo il pieno di bellezze archeologiche, sarai in contatto con il
vuoto, deserti caulini, anfratti, fiumare, luoghi selvaggi, distese incontaminate, paesi abbandonati.
Amendolea, Reggio Calabria
INFORMAZIONI E TAPPE DEL CAMMINO BASILIANO
72 tappe, 8 Borghi più belli d’italia, 2 Siti Unesco, 1040 km di cammino.
Pollino, Serre, Sila, Aspromonte, l’anima del Mediterraneo, disparati borghi ti attendono.
Il Cammino Basiliano inizia a Rocca Imperiale e arriva a Reggio Calabria.
Tuttavia, puoi scegliere da dove partire.
Organizza il viaggio, visionando prima il Sito ufficiale del Cammino Basiliano.
Sul sito trovi ciò di cui hai bisogno: alla voce “Partire” tra le FAQ e Note importanti si trovano le principali direttive.
Rocca Imperiale, Cosenza
LE TAPPE
Nella sezione dedicata alle tappe basta un doppio click sulla foto per scoprirne la posizione e avere la scheda dettagliata:
- zona
- difficoltà (turista, escursionista, escursionista esperto)
- tempi di percorrenza
- percorribilità
- partenza/arrivo
- dislivelli
- fonti e sorgenti con waypoint
- attraversamento fiumi
- scheda sinottica e tracciati da GPS (da scaricare perché indispensabile)
- breve descrizione del sito.
Contatta gli esperti di riferimento qualora tu abbia bisogno di informazioni o decida di farti guidare.
Nell’area “Partecipa” del sito ufficiale puoi contribuire con i tuoi consigli per gli altri viandanti che percorrono il cammino, affinché questo migliori nel tempo e venga custodito dagli stessi camminatori.
L’associazione Cammino Basiliano è promotrice del progetto ma non organizza il percorso e le singole tappe.
Controlla i B&B della zona che hanno aderito al Cammino Basiliano e prenota in tempo.
ACCOGLIENZA
Il cammino Basiliano è in continuità con il rituale dell’accoglienza, che fu pilastro della Magna Grecia e che anche i monaci realizzarono con gli ospiti.
Ti ricordo solo qualche passaggio di quel rito, perché è uno spunto di riflessione:
– Si accoglie con il bacio dell’amicizia e della pace.
– L’abate lava i piedi agli ospiti.
– Si prepara un pasto caldo e un letto su cui riposare.
– Alla ripartenza del viandante, gli si consegna del cibo.
Con sfumature diverse, le popolazioni locali usano ancora ospitare, accogliere, fare doni, offrire, accompagnare con del cibo il tuo viaggio. È un modo per lodare la vita, le proprie radici, il prossimo.
Il valore dell’accoglienza ti farà tornare in Calabria, restare, guardarla con occhi diversi.
Come ha scritto l’antropologo Vito Teti:
“Luce e oscurità, ospitalità e rancori, bellezza e rovine, antiche leggende e nuovi miti. Il viaggiatore disponibile all’incontro troverà una terra da cui non si libererà mai” (Repubblica,13 Agosto 2020).
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Bibliografia utile
- Bevilacqua F., Calabria. Viaggi e paesaggi, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2009.
- Penco G., Storia del monachesimo in Italia, Roma, edizioni Paoline, 1961.
- Musolino G., Santi Eremiti Italo-greci. Grotte e chiese rupestri in Calabria, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2002.
- Vito TETI, Il senso dei luoghi. Memoria e storia dei paesi abbandonati, Roma, Donzelli, 2004.
Filmografia utile
Sui siti attraversati da Gioacchino da Fiore e il cammino di Gioacchino:
In cammino con Gioacchino, Eugenio Attanasio, Italia, 2006.
Sito ufficiale del cammino basiliano: www.camminobasiliano.it
Articolo di Ines di Ines Sirianni, calabrese D.O.C originaria di Pentone (CZ), insegnante nel modenese, laureata in antropologia e teatrante. Esorcista di etichette, lucida e passionaria.