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Si dice che il battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un tornado dall’altra parte del mondo. Noi siamo le farfalle. Ogni nostra azione può influenzare le scelte delle persone che ci circondanoognuno di noi, nel suo piccolo, può cambiare il mondo.

Nella vita a volte si incontrano persone straordinarie, quelle che ti lasciano qualcosa dentro, che non dimentichi. Gente comune che con la propria passione trasmette emozioni indimenticabili e, inconsapevolmente, getta un seme in grado di mettere radici. Spesso queste persone sono così umili che non si accorgono del loro enorme contributo alla società: idealisti e ingenui secondo i cinici e i rassegnati, innovatori ed eroi per chi invece ha ancora un po’ di ottimismo e crede nel cambiamento.  Tanto non serve a niente! dice il coro dei rassegnati, a cui io rispondo che il mondo non cambia se nessuno vuole cambiarlo. 

Queste persone vanno avanti con una tenacia spiazzante, senza arrendersi mai di fronte agli ostacoli. Come fanno a non essere prese dallo sconforto? Perché sono dei guerrieri non violenti, senza patria e senza spada, come cantava Pierangelo Bertoli, perché le loro armi sono le azioni che compiono quotidianamente, il loro stile di vita. C’è chi lotta per i diritti umani, chi per l’ambiente e c’è chi combatte contro i maltrattamenti degli animali.

Durante il mio viaggio in Malesia ho incontrato Barbara, una persona che ha stravolto la sua vita per dedicarsi alla salvaguardia dei cani. Sì, dei cani. In Malesia, come in altri paesi musulmani, il cane è considerato un animale impuro: “Gli angeli non entrano nella casa dove vi è un cane”, dice il Corano. Questo animale non gode dunque né di buona vita né di una serena morte in questi paesi, dove vengono commesse le peggiori atrocità verso il migliore amico dell’uomo.

Cambiare il mondo

Barbara Janssen vive a Georgetown, nell’isola di Penang, da ormai otto anni. Tedesca d’origine, ma da sempre legata al sud-est asiatico: i suoi genitori hanno vissuto gli ultimi anni della loro vita una piccola isola dell’Indonesia. Barbara adesso ha settant’anni e abita in una casa sgangherata, priva di confort, con 250 cani. In Germania la sua vita era molto diversa: aveva due automobili, una per andare a lavorare e una per il weekend, una grande villa in campagna, vestiti di lusso sempre profumati e stirati. E ora, vestita di abiti sgualciti e sporchi di zampate di cane, alla domanda “cosa desideri nella vita?”, mi risponde: “Nulla, sono felicissima, molto più di prima. Salvo ogni giorno cani e gatti dai orribili maltrattamenti e col tempo la gente del posto sta conoscendo questi animali. Questa è la cosa più importante”. Mi ricordo quando sono venuta qui, ero preoccupata dal dover dividere negli scatoloni tutto il mio guardaroba, accessori e gioielli… così attaccata alla materialità, così infelice! Adesso sono molto più ricca”, mi dice ridendo della sua vita passata. Il suo modo di parlare non è da dolce crocerossina, nemmeno da fanatica animalista,  denota un’umiltà e un equilibrio interiore di una certa rarità, la definirei una saggia guerriera. Ha rinunciato ad una vita agiata per dedicarsi alla difesa degli animali e la Penang Animal Welfare Society, da lei creata, va avanti grazie alla sua pensione e al contributo dei volontari. Mr Nana, malese, e Mrs.Teviot, si occupano dei gatti randagi e alcuni volontari aiutano a promuovere il centro e le sue attività. Ogni domenica decine e decine di persone si recano a casa di Barbara per lavare i cani, accudirli, coccolarli e adottarli, persone che non hanno mai toccato un cane nella loro vita. La domenica successiva arriva gente nuova, persuasa dall’entusiasmo degli amici che sono venuti la volta precedente. La situazione, è evidente, sta cambiando. Una sola persona che, con la sua tenacia, sta cambiando una piccola fetta di mondo.

E se vedessimo il mondo come un puzzle, e ognuno di noi provasse a migliorare un piccolo tassello? Se ogni tanto riuscissimo ad andare oltre la superficie del nostro quotidiano, credo verrebbe quasi spontaneo destinare una parte delle nostre energie e del nostro tempo a una causa alla quale teniamo. Non è necessario fare scelte “estreme” come quelle di Barbara, bastano delle piccole azioni, come mostrare un gesto d’affetto, dedicare qualche ora al volontariato, fare la raccolta differenziata, denunciare le ingiustizie, parlarne con altre persone, stimolare la riflessione su certi argomentiUn battito d’ali apparentemente insignificante che può invece contribuire al cambiamento, che darebbe un senso compiuto alla nostra esistenza, senza toglierci la leggerezza necessaria per vivere.

Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo, diceva Gandhi.

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