
“Un altro bicchiere di arak” (Iran) – Intervista all’autore Angelo Zinna
Angelo, 27 anni, di cui gli ultimi 7 lontano da casa. Il suo percorso inizia a gennaio 2010 quando parte per l’Australia, con l’idea di fermarsi sei mesi. Dopo un anno si trasferisce in Nuova Zelanda, dove si ferma per due anni. Nel 2013 decide di tornare verso casa senza prendere aerei, impresa complicata che non riesce ad ultimare, ma si avventura in Asia attraversando Indonesia, Singapore, Malesia, Brunei, Thailandia, Laos, Vietnam, Cambogia, Myanmar, India, Nepal, Kirghizistan, Uzbekistan, Iran, Turchia e Grecia. Un viaggio di ritorno durato due anni.
In questo anni di viaggi è nato il suo blog exploremore.it – in cui Angelo raccoglie storie e immagini dalla strada – e due guide: nel 2012 pubblica la prima guida italiana al Working Holiday in Australia e successivamente quella al Working Holiday in Nuova Zelanda.
Una volta rientrato in Italia Angelo espone le fotografie del viaggio nella sua prima mostra fotografica Verso Est, a Firenze. In Italia però non dura a lungo. Dopo quattro mesi si trasferisce a Londra, dove vive un anno e mezzo, periodo in cui scrive Un altro bicchiere di arak. In Iran attraverso la Via della Seta, edito da Villaggio Maori Edizioni. Oggi Angelo Zinna ha deciso di riprendere in mano i libri e studia letteratura ad Amsterdam, dove si fermerà probabilmente fino al 2018.
Come e quando nasce l’idea del libro “Un altro bicchiere di arak – In Iran attraverso la Via della seta” ?
“Un altro bicchiere di arak” si è sviluppato nel corso di un anno. Rientrato in Italia a settembre 2014, ho iniziato a scrivere di quel che mi era successo in Iran, con l’intenzione di farne degli articoli da pubblicare sul blog. Dopo qualche mese mi sono reso conto di avere tra le mani più di cento pagine ed ho pensato che forse quel lavoro poteva diventare un libro.
Ho un’idea abbastanza chiara del libro di viaggio che vorrei leggere e su questa linea ho basato la struttura di “Un altro bicchiere di arak”. Volevo evitare che si trasformasse in un diario o una guida, ho cercato di scrivere una storia che non fosse auto celebrativa, mettendo al centro i luoghi che ho avuto modo di attraversare e le persone conosciute.
Il libro cerca di dare una visione nuova dell’Iran, rompendo i pregiudizi attraverso l’incontro con le persone. A questo si alternano i capitoli che descrivono come ci sono finito in Iran, attraversando l’antica Via della Seta da Xi’An, in Cina a Istanbul, in Turchia, dopo quattro anni e mezzo di viaggio in Oriente.
Hai viaggiato da solo in Iran, consiglieresti lo stesso viaggio ad una donna?
Ero solo in Iran, ma sono stato solo molto raramente durante il viaggio. Le persone del luogo sanno farti sentire accolto e questo è stato di grande aiuto. Consiglierei questo viaggio ad una donna, ma al contempo so che sarebbe un’esperienza diversa da quella di un uomo. Non migliore o peggiore, semplicemente differente. Ci sono molti limiti imposti dalla legge, a partire dal velo obbligatorio, all’accesso ad alcuni luoghi, e bisogna saperli accettare anche quando non si condividono. Ricordarsi che si è ospiti e si è qui per scelta.
E’ stato facile viaggiare per il paese o hai avuto qualche inconveniente?
In Iran è stato tutto relativamente semplice. Il sistema di trasporti pubblici funziona bene ed essendo la benzina così economica costa poco anche viaggiare. Io mi sono spostato sempre in autobus o autostop. Anche trovare passaggi è stato piuttosto facile. La maggior parte degli ostacoli li ho trovati prima di raggiungere l’Iran: alcuni visti si sono rivelati complicati da ottenere e sono quasi stato arrestato sul confine con il Turkmenistan. Ma per fortuna posso dire che è andato tutto bene!
Le 7 parole chiave del libro
Arak – L’arak è un distillato a base di uva secca fatto in casa. Nonostante l’alcol sia proibito in Iran, l’arak è comune. Per me è una metafora dell’altra faccia dell’Iran, di tutto ciò che avviene dietro le quinte, in contrasto all’ideologia del governo.
Seta – La Via della Seta prende il nome dal tessuto perché questo era tra le merci più pregiate trasportate dai mercanti da oriente a occidente. Ho cercato di ripercorrere questo percorso partendo da Xi’An, in Cina, attraverso il Corridoio del Gansu, per poi arrivare in Asia centrale e quindi in Persia.
Ospitalità – Uno dei protagonisti del libro è l’ospitalità degli iraniani che ho trovato non appena arrivato nel paese. Da chi mi ha offerto da mangiare a chi ha aperto le porte di casa propria, fino a chi mi ha dato un passaggio senza chiedere niente in cambio.
Resistenza – “Un altro bicchiere di arak” fa parte di una collana di Villaggio Maori Edizioni dedicata alla resistenza. In questo caso è il viaggio stesso ad essere una forma di resistenza all’abitudine, alla routine ed ai pregiudizi nei confronti del diverso.
Hijab – Il velo che tutte le donne sono obbligate a portare sulla testa non è solo parte dell’abbigliamento. È un simbolo che può rappresentare le idee di una donna a seconda di come questa lo porti. È un mezzo di comunicazione che spesso contiene un ideale ben preciso.
Spontaneità – Non sarei arrivato da nessuna parte se non mi fossi lasciato trasportare dagli eventi. Sono stati proprio quegli episodi tragicomici e gli incontri con altri viaggiatori a dettare il mio itinerario e per questo, se c’è un messaggio che si può trarre dal libro, è proprio lasciarsi andare.
Casa – Lasciando l’Iran mi trovavo a pochi giorni da casa, rientrando dopo quasi cinque anni sulla strada. Questo è stato un momento di svolta nella mia vita e la fine di un capitolo che mi ha fatto diventare quello che sono.
Dove possiamo trovare “Un altro bicchiere di arak”?
“Un altro bicchiere di arak” è da poco andato in distribuzione nazionale: è disponibile su ordinazione in tutte le librerie d’Italia, ma anche su Amazon, IBS e altri store on-line. Esiste anche una pagina Facebook in cui vengono pubblicati regolarmente aggiornamenti, interviste ed informazioni relative al libro.
Per qualsiasi domanda potete contattare direttamente Angelo a info@exploremore.it oppure tramite i canali social, Facebook e Instagram o sul blog.